Nei lavori del settore digitale è difficile identificarsi con un ruolo specifico, forse perché le figure professionali coinvolte in un progetto sono davvero tantissime e se ne aggiungono continuamente di nuove. Come se non bastasse, i ruoli “storici” vengono identificati con terminologie sempre diverse. Ad esempio i “web designer” o “web master” non esistono più: adesso si parla di front-end developer, back-end developer, UX designer e UI Designer.
E spesso, erroneamente, questi termini rappresentano quell’unica persona che si occupa a 360 gradi della progettazione concettuale e grafica di un prodotto digitale (ad esempio di un sito o di un’app) e del suo successivo sviluppo dal punto di vista del codice. Si tratta di una mole di lavoro enorme per un’unica figura che di solito è ferrata solo per uno o due aspetti e che si trova poi “incastrata” in ambiti che tecnicamente non gli competono.
I termini UX e UI, ad esempio, generano un gran confusione, anche negli “addetti ai lavori” che spesso non capiscono quale è effettivamente il ruolo di entrambe le figure all’interno di un progetto web.
Così, da una parte troviamo grafici che nonostante abbiano lavorato per tutta la vita in una tipografia e non sappiano niente di prodotti digitali si auto assegnano il ruolo di “UX Designer” e dell’altra Web Agency che pubblicano annunci di lavoro per UX/UI designer inserendo tra le competenze ricercate la conoscenza approfondita di PHP e Javascript, l’utilizzo della suite Adobe, Google Analytics.
UX Designer e UI Designer: quali sono le differenze?
UX Design e UI Design sono due discipline interconnesse, con lo scopo comune di offrire una esperienza positiva all’utente finale. Ma le competenze, gli strumenti di lavoro e i workflow delle due figure coinvolte sono concretamente molto diverse.
L’ UX designer si occupa ad esempio dell’analisi del background e del comportamento dell’utente (e per questo realizza sondaggi e user test), ipotizza scenari di utilizzo dell’interfaccia (delineando quello che viene chiamato user-flow (o user-journey) e sulla base delle informazioni che raccoglie crea i wireframes, ovvero dei bozzetti rudimentali della struttura dell’interfaccia, che indicano dove posizionare gli elementi nel modo più efficace e usabile per l’utente.
Questi wireframes vengono successivamente testati al fine di verificarne la validità o le eventuali criticità.
I Wireframes corretti passano poi alla seconda figura, quella dell’UI (User Interface) Designer.
Il lavoro dell’User Interface designer è di tradurre i wireframes in interfacce grafiche complete e di scegliere quindi le giuste metafore visive (come immagini e icone), impostare una corretta tipografia, scegliere il layout e definire i colori così via.
Nelle aziende di piccole/medie dimensioni la figura dell’UX designer e dell’UI designer convergono spesso in un’unica persona. Io negli anni ho coperto diversi ruoli: graphic designer, visual designer, logo designer, grafica web. Ho progettato qualsiasi tipo di grafica: logotipi e brand identity, immagini per i social, grafica pubblicitaria, biglietti da visita, volantini.
Poi mi sono appassionata alla progettazione grafica di interfacce: siti web semplici, e-commerce, app, dashboard, pannelli di software. E le cose hanno cominciato a diventare complicate perché, a quel punto, le mie conoscenze di progettazione grafica (teoria del colore, tipografia, gerarchia visiva, ecc.) non bastavano più.
Mi sentivo molto a mio agio come UI Designer e all’inizio pensavo che tutta la parte di analisi dell’esperienza utente, dei wireframe, dei test di usabilità non toccasse a me. “Non mi compete, io sono una UI Designer, non c’entro niente con l’User Experience, che ci pensi qualcun altro a questa roba”.
Era una posizione che prendevo, suppongo, per facilitarmi la vita. Cominciare a preoccuparmi di tutte le fasi precedenti alla progettazione grafica di una interfaccia significava, per me, uscire dalla zona di comfort ottenuta dopo anni e anni di lavoro come grafica.
Ho dovuto comunque fare i conti con la realtà: i clienti che mi contattavano perché gli disegnassi un e-commerce o le schermate di un’app non sapevano niente di user experience. Gli chiedevo un brief e i wireframe su cui basarmi per la progettazione grafica dell’interfaccia e li sentivo tergiversare, come se parlassi una lingua aliena. “Pensaci tu”, dicevano.
Ho cominciato così a studiare come sfruttare la psicologia della percezione visiva nella progettazione di una interfaccia, a formarmi sull’usabilità, a creare i profili delle user personas per cercare di capire che tipo di utenti avrebbero interagito con il prodotto che dovevo disegnare, a tracciare gli user flow e a utilizzare i prototipi per scovare gli inevitabili errori commessi durante la creazione dei primi rudimentali wireframes.
Spostare il mio focus sull’user experience è stato incredibilmente arricchente per me e mi ha resa una designer migliore e soprattutto CONSAPEVOLE.
Una cosa è saper disegnare una home page accattivante dal punto di vista estetico, un’altra è saperla disegnare con cognizione di causa al fine di offrire la miglior esperienza possibile all’utente finale.
Quindi, può esistere un UX Designer che non si occupa della progettazione grafica, della fase di “visual design”?
Si.
Può esistere un UI Designer che si occupa solo della progettazione grafica fine a sé stessa?
Ni.
Parlo quotidianamente con colleghi e studenti che lavorano e studiano come “UI & Visual designer” e che non vogliono “sporcarsi le mani” integrando le nozioni dell’User Experience alla loro formazione. Ed è okay, ci può stare.
Ma alla lunga disegnare senza almeno una buona base di usabilità e UX è davvero castrante. E porta a risultati non proprio ottimali, sia per i clienti che ci commissionano il lavoro sia per gli utenti finali le cui esigenze sono spesso trascurate o considerate solo superficialmente.
Il mio consiglio, in sintesi, è: se ti senti affascinato dall’aspetto grafico e vuoi lavorare come UI designer e progettare interfacce utente che siano belle ma anche funzionali, dedica comunque una parte del tuo tempo a formarti come UX Designer: nel medio/lungo termine avrai le tue soddisfazioni personali e, soprattutto lavorative. E questa è una promessa ;)
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